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Polifonia della cura

La musica è una medicina dell'anima.
Ed è un apprendimento del vivere sociale:
nell'orchestra specificità diverse devono convergere tutte sullo stesso punto.

Riccardo Muti

Osiamo parlare di cura, medicina e rispetto del paziente attraverso il linguaggio metaforico della musica e nello specifico dello stile polifonico, ovvero quando ciascuna voce ha pari importanza nel componimento. Termine greco – πολυφωνία: πολύς ‘molto’ e ϕωνή ‘suono’ – la polifonia è una ‘scrittura’ musicale che prevede l’insieme simultaneo di più voci (umane e/o strumentali) su diverse altezze sonore, "che procedono in direzioni parallele o opposte per intonare inni, preghiere, canzoni, ma anche per suonare concerti e sinfonie" (Treccani).

Lo scopo della Polifonia è l'armonia: l’ACCORDO.

La voce del paziente deve essere inserita nella squadra sanitaria (per riprendere il tema della precedente newsletter), ed ogni componente ha pari dignità, seppur con differenti specificità. È questa combinazione di CONOSCENZE – quella personale dei pazienti e quella specifiche degli esperti della salute – che permette un reale rispetto della persona in carico, con lo scopo di ridurre i rischi che possono insorgere e aumentare le possibilità di sicurezza delle cure.
"Fai la cosa giusta, rendila sicura!" riprendiamo lo slogan della Giornata Nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita con l'augurio di poter scegliere sempre, con responsabilità, il come sviluppare una diagnosi ed erogare una cura: per una ARMONIA dei SAPERI.

La multidisciplinarietà: fondamento per una attenta diagnosi

Negli ultimi decenni si è passati da una sanità il cui focus è stata la malattia, ad un approccio centrato sul paziente, che diventa soggetto, e non più oggetto, all’interno del percorso di diagnosi e cura.
In questo scenario al personale sanitario è richiesta la capacità di integrarsi, di mettere in comune competenze e abilità di ciascun professionista – proprio come i componenti di un’orchestra – allo scopo di ottenere, attraverso un approccio multiprofessionale e multidisciplinare, un miglioramento delle condizioni di vita del paziente in tutti i momenti del percorso, dall’accoglienza alla fase diagnostica passando per l’assistenza e la fase terapeutica.
Tale integrazione non può prescindere da un reale coordinamento tra i professionisti - ovvero dalla loro abilità nel cooperare e comunicare all’interno del proprio ambiente di lavoro – e dalla loro capacità di ascoltare la voce del paziente affinché si renda possibile erogare prestazioni adeguate ai suoi bisogni.
L’ascolto del paziente, importante in tutte le fasi del percorso di cura, è però imprescindibile nella fase di diagnosi, di comprensione del problema. Il paziente, infatti, sebbene preoccupato per la sua condizione, è tuttavia esperto del suo problema di salute, capace – se non ne è compromessa la coscienza o la cognizione – di raccontare il sintomo o la sua malattia e il sentire che l’accompagna, tanto da costituire una fonte essenziale di informazioni per i professionisti.
Il processo diagnostico è una fase delicatissima del percorso di cura e richiede al personale sanitario la massima attenzione nel rilevare i problemi del paziente, nel condividerli con gli altri professionisti coinvolti per fornire al paziente le cure più appropriate. Ascolto, capacità di condivisione, individuazione del percorso di cura, coinvolgimento del paziente sono espressione di una competenza comunicativa che è richiesta ai professionisti della salute.
La comunicazione – tra i professionisti e con il paziente – risulta essere, quindi, un elemento importantissimo nel facilitare sia l’integrazione dell’equipe multiprofessionale e multidisciplinare, che l’accuratezza dei processi clinici, come quello diagnostico, in un sistema complesso come quello delle cure. Inoltre, se la comunicazione è carente o non è efficace, il rischio per la sicurezza delle cure diventa molto alto; una cattiva comunicazione all’interno delle equipe di professionisti e tra personale sanitario e paziente è, infatti, una tra le principali cause di eventi avversi (OMS, 2015). Recentemente nel 6° Rapporto sul Protocollo di monitoraggio degli eventi sentinella, pubblicato dal Ministero della Salute e relativo al periodo gennaio 2005-dicembre 2020, si evidenzia come il 58,33% degli eventi avversi abbiano avuto quali cause o fattori contribuenti proprio quelli legati alla comunicazione.

Il canto del mare termina sulla riva o nei cuori di chi ascolta

Khalil Gibran

Ascolto nella diagnosi come forma di prevenzione delle aggressioni

Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire

Maya Angelou

Gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, considerati "eventi sentinella", si collocano nell’ambito della sicurezza delle cure. La sicurezza riguarda più concetti: sicurezza del paziente, sicurezza del lavoratore e sicurezza dell’ambiente e rimanda ad una serie di sistemi normativi (Legge Gelli-Bianco, DLgs.81/08, Piani regionali PARM, DCA regionali).
"Il tempo dedicato all'informazione, alla comunicazione e alla relazione è tempo di cura", recita il punto 5 della Carta di Firenze, sul rapporto medico-paziente, redatta nel 2005 dai principali esperti del settore medico-sanitario.
Punto di partenza fondamentale, nell’incontro con il paziente e i suoi familiari, per porre una miglior diagnosi e avere una visione ampia e particolareggiata della patologia è l’ascolto: si ha bisogno di sentirsi accolti nella sofferenza, nell’esperienza di malattia, meccanismo che favorisce la compliance alle cure e abbassa i livelli di ansia e frustrazione legati alla sintomatologia, all’attesa, alla carenza di informazioni, al risentimento legato alla percezione che i propri diritti non siano adeguatamente riconosciuti.
Molti studi hanno dimostrato come alla base dell’aggressività vi è un meccanismo di frustrazione: gli individui sperimentano questa emozione quando trovano sul proprio cammino degli ostacoli che impediscono il raggiungimento degli obiettivi prefissati (Dollard e Miller, 1939).
Per tale motivo, è essenziale saper porsi in ascolto attraverso l’ascolto definito attivo. L’ascolto attivo è la capacità di prestare un’attenzione non giudicante alla comunicazione con l’altro; è un atto intenzionale che ci impegna a cogliere nell’interlocutore la “realtà” che ci vuole comunicare in modo esplicito e/o implicito, verbale e/o non verbale, e con peculiarità che appartengono ad ogni singolo individuo. L’ascolto attivo è una tecnica di comunicazione di tipo assertiva, basata sull’empatia e l’accettazione, utile a stabilire un contatto e una relazione autentici.
La maggiore comprensione dei vissuti di pazienti e familiari, in un’ottica preventiva, permette di adottare risposte comportamentali e comunicative che possono favorire, in circostanze critiche, l’uso della de-escalation, che consiste in interventi comunicativi di desensibilizzazione progressivamente volti a ridurre e contenere lo sviluppo dell’aggressività, riducendo i livelli di tensione in modo che il dialogo diventi possibile.
Comportamento aperto e disponibile, atteggiamento non frettoloso, onestà ed equilibrio, il veicolare aspetti positivi e possibilità di cura, riduce la tensione emotiva, o la rabbia del momento facendo sentire partecipe chi sta intorno all’intervento, diminuendo, come confermano molti dati i rischi di aggressione, e favorendo una migliore diagnosi e aderenza alle cure.

Curiosità

Lasciatevi consigliare un film poetico e di grande speranza.
Sulle note del Canone di Pachelbel, questa è la storia avvincente di qualcuno che tenta una polifonia: l'armonia delle voci, meglio ancora degli strumenti.
Un film che racconta di una IDEA forte, della possibilità di far suonare in uno stesso spazio - con le stesse opportunità - lo stesso spartito. Si uniscono orecchie e linguaggi differenti: contrasti, pericoli, scontri, tutti elementi che saranno vissuti e affrontati per trovare l'ACCORDO.
La relazione, la conoscenza, la disciplina, nessun tempo è perso se lo scopo è chiaro e giusto, se l'obiettivo è la miglior cura possibile.

A proposito del motto "fai la cosa giusta, rendila sicura!". In luogo in cui le persone non sempre sentono questo senso di sicurezza e possibilità, è nata, nel 2008, SANITANSAMBLE, a Napoli, nel quartiere Sanità. Non è una semplice orchestra, questa è un'occasione! E ancora una volta, la musica è il linguaggio dei diritti, del dare la giusta importanza e dignità a tutte le voci in gioco. È possibile far coesistere stile diversi, mantenendo alti gli standard della formazione e della cultura con uno sguardo armonioso dei saperi, verso la direzione della CURA. Cliccate qui e fatevi prendere dalla curiosità: https://sanitansamble.it/.

Giornata mondiale della sicurezza dei pazienti

Al fine di promuovere l’attenzione sul tema della sicurezza delle cure, in Italia è stata istituita con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 aprile 2019 (GU n. 113 del 16/05/2019) la Giornata Nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita, che si celebra il 17 settembre di ogni anno.
Nel maggio 2019, nell’ambito della 72ma Assemblea Mondiale della Salute dell’OMS è stata approvata la Risoluzione WHA 72.6 su "Global Action on Patient Safety" che istituisce il World Patient Safety Day che si celebra nella stessa data.
Il World Safety Day di quest’anno è dedicato al miglioramento dei processi diagnostici per garantire la sicurezza dei pazienti ("Improving diagnosis for patient safety"). Con lo slogan "Get it right, make it safe!" - "Fai la cosa giusta, rendila sicura!" - l’OMS intende richiamare l’attenzione alla riduzione degli errori nei processi diagnostici, ponendo l’accento proprio sul ruolo dei fattori umani e sull’importanza del coinvolgimento attivo dei pazienti e dei loro familiari.
La sicurezza del paziente è un principio fondamentale dell’assistenza sanitaria. Per una diagnosi accurata, tempestiva ed efficace è necessario un lavoro di squadra: pazienti, operatori sanitari, decisori politici e dirigenti sanitari devono lavorare insieme per dare priorità alla sicurezza diagnostica.